2014. november 21.

Talian: dialetto italiano d'oltreoceano

Il «Talian» diventa patrimonio culturale del Brasile 



Siamo alla fine del 1870 e milioni di italiani decidono di partire verso le più disparate destinazioni del globo in cerca di fortuna. Meta preferita: l'America.
Ma il continente americano è grande e così può accadere che un idioma dialettale, di chiarissima provenienza straniera veneta, lasci un segno indelebile nel contesto culturale e linguistico di una popolazione autoctona.
E' questo il caso del Talian. Un dialetto brasiliano, la cui struttura grammaticale è strettamente legata al dialetto veneto. Pensate che tutt'oggi con il termine Taliani, in Veneto e Friuli, sono indicati tutti gli emigrati originari del nord-est.
Durante il governo del presidente Getùlio Vargas iniziò una campagna nazionalistica per provare a costringere i locutori non portoghesi del Brasile a "integrarsi meglio" nella cultura dominante nazionale. Parlare Talian in pubblico o persino nella propria casa era considerato offensivo e antipatriottico e meritevole di severe punizioni.
Oggi i dialetti godono di maggior fortuna, vedendosi attribuire in alcuni casi il riconoscimento di patrimonio culturale: simbolo dei tempi che cambiano e di una mentalità che riconosce l'importanza delle diversità,anche linguistiche.
Questa è stata la storia del Talian in Brasile.


Ecco come parlano Talian in Braile:


 

 

2014. november 12.

L’italiano diventa la quarta lingua più studiata al mondo

 


Italiano: la quarta lingua più studiata all'estero


 

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I dati della Farnesina: l’italiano diventa la quarta lingua più studiata al mondo. In Italia, si riduce il numero di persone che parlano il dialetto, in aumento l’utilizzo dell’italiano.

Da sempre oggetto di studi, ricerche e controversie, oggi il dialetto sembra essere un gradino indietro rispetto all’italiano. Stando ai dati Istat del 2012, solo il 9% della popolazione italiana, indipendentemente dal livello sociale delle famiglie, utilizza il dialetto. Una percentuale che si è più che dimezzata (nel 1995 era al 23,7%) e che sembra una pratica più diffusa al Centro e nel Nord-Ovest. Oltre al contesto territoriale, anche il peso dell’istruzione è uno tra i fattori determinanti. Infatti, secondo lo studio dell’Istat, usano prevalentemente il dialetto in famiglia e con gli amici coloro che hanno un titolo di studio basso (sono il 24,3% tra chi possiede la licenza elementare), mentre tra i laureati solo l’1,7% si esprime quasi esclusivamente in dialetto. Ma nel complesso anche in questo caso le differenze sociali nell’uso dell’italiano sono in diminuzione rispetto al passato.
Dati che si riflettono positivamente anche all’estero. Infatti, dal convegno organizzato a Firenze il 21 e 22 ottobre dalla Farnesina è emerso che la lingua di Dante, ricca di storia e tradizione, è la quarta più studiata al mondo. Si allarga geograficamente la diffusione della nostra lingua, che adesso abbraccia non solo i paesi europei, imparentati dal filone romanzo, ma anche aree che vanno dall’Est europeo, Russia in testa, al Magreb, fino ai Paesi arabi e al Vietnam.


studiare la lingua italianaUna soddisfazione quella che traspare dal sottosegretario del ministero degli affari esteri Mario Giro, il quale si auspica di usare la lingua come veicolo di crescita economica di promozione del patrimonio culturale e turistico.
Ciò che è certo è che le lingue sono state e saranno sempre veicolo essenziale per
allargare i confini sia nazionali che internazionali

2014. november 8.

Dove nasce la lingua Ungherese?

L'Ungherese: una forma moderna della lingua Etrusca?

Da sempre ci si è chiesti come le antiche popolazioni abbiano abitato i continenti europeo e asiatico.
Secondo uno studio moderno, che prova a risolvere questo enigma da un angolazione del tutto innovativa, l'uomo non è giunto in Europa tramite fenomeni migratori,come tradizionalmente sostenuto, ma era stanziato in questo continente già ai tempi dell'Homo sapiens.
Secondo questo approccio dobbiamo rovesciare le nostre convinzioni: sarebbero, dunque, i Latini ad essere eredi dei popoli Indoeuropei e gli Etruschi sarebbero gli invasori.
L'archeologia ha dimostrato che le origini di questa popolazione sarebbero state da ricercare nell'area danubio-carpatica e che la conquista dell'Ungheria coincide con una vera e propria invasione del Bacino Carpatico, ben nota agli archeologi, che ebbe luogo alla fine del III millennio.
La linguistica ha poi confermato che....beh leggetevi l'articolo!